S. Milan (Hg.): Punto Franco di Chiasso 1920-2020

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Title
Punto Franco di Chiasso 1920-2020.


Editor(s)
Milan ,Stefano
Published
Mendrisio 2020: Tarmac
Extent
239 S.
by
Fabrizio Viscontini

Il volume collettaneo dedicato al Punto Franco di Chiasso ha il merito di descrivere una realtà imprenditoriale presente da ormai cento anni nel nostro Cantone. Ben dodici autori, con approcci diversi, hanno partecipato alla realizzazione del volume, integrato da un’ampia iconografia storica e creativa. Sono presenti i diversissimi scatti di cinque fotografi: Marco D’Anna, Enrico Cano, Marco Introini, Gian Paolo Minelli e Marcello Villada. Il volume riscostruisce la nascita e lo sviluppo della Magazzini Generali con punto Franco SA e si interroga su un futuro ancora da decifrare.

Importante è il contributo di carattere storico di Marino Viganò che, con puntigliosità, ricostruisce la storia del Punto Franco. La prima legge federale sui dazi del 30 aprile 1849 prevedeva qualora necessari «dogane di deposito, case di deposito o magazzini di deposito» presso gli uffici alla frontiera. Nel 1917 la Commissione ferroviaria della Camera di Commercio di Lugano, in vista dell’ampliamento della stazione ferroviaria di Chiasso, si espresse in favore della sua creazione. Dopo che un decreto federale aveva autorizzato la realizzazione di punti franchi con capitali, regolamenti e statuti privati, il 30 dicembre 1920 venne istituita la Società Magazzini Generali. Gli edifici saranno costruiti a Balerna in base ai progetti dell’ingegnere bernese Robert Maillart e del collaboratore ticinese Ettore Brenni, utilizzando anche i sussidi federali erogati per la creazione di occasioni di lavoro durante la crisi di riconversione postbellica, che colpì la Svizzera fra il 1921 e il 1922.

L’autore approfondisce l’andamento degli affari nel periodo fra le due guerre e negli anni successivi al Secondo conflitto mondiale, mettendoli utilmente in relazione con l’evoluzione congiunturale. Gli inizi, fino alla seconda metà degli anni Trenta, furono difficili. Sicuramente anche a causa della Grande crisi, che colpì il nostro paese a partire dal 1931-32. Il miglioramento fu probabilmente dovuto alla politica di riarmo. Durante il Secondo conflitto mondiale la situazione finanziaria è altalenante, ma nel 1943 venne inaugurato il silo per il magazzinaggio dei cereali. Passata la crisi di riconversione postbellica, la situazione migliorò velocemente. Nel 1963, durante il boom economico, venne creato dalla Società un nuovo punto franco a Stabio per lo stoccaggio di autovetture. Negli anni Settanta, malgrado la crisi economica, i risultati rimasero soddisfacenti, ma un vero e proprio miglioramento apparirà unicamente nella seconda metà degli anni Ottanta. La situazione peggiorò nuovamente negli anni Novanta a causa principalmente della difficile situazione economica presente in Italia. A partire dal 2013 si constata una ripresa.

Fra i diversi e interessanti contributi, segnaliamo quello di Letizia Tedeschi, direttrice dell’Archivio dell’Accademia di Architettura dell’USI, dedicato alla riconversione nel Punto Franco di Balerna dell’edificio realizzato da Robert Maillart, noto a tutti gli studiosi della costruzione moderna per «la breve sequenza di capriate più famosa del mondo». L’Archivio del Moderno conserva e promuove un patrimonio archivistico composto da documenti di ingegneria, architettura e arti visive del XVIII-XXI secolo e fa parte della rete europea dei centri di ricerca consacrati appunto alla storia dell’architettura, dell’ingegneria, del territorio e del design, della grafica e delle arti visive. L’architetto Giulio Barazzetta nel suo intervento approfondisce, partendo dal Punto Franco di Chiasso-Balerna, la diffusione e la ricezione del l’opera di Robert Maillart. «L’hangar di Chiasso resta un esempio paradigmatico di “costruzione e bellezza”, come annunciato nel 1926 all’inizio della sua divulgazione. Ciò è testimoniato tuttora dalla sua permanenza problematica nella storiografia e nell’analisi dell’opera generale di Maillart, se non come caso di studio esemplare nell’insegnamento della progettazione complessa nelle migliori scuole di architettura».

L’architetto Gabriele Neri si sofferma sul silo dei Magazzini Generali, una struttura che «pur non offrendo particolari cortesie e fascinazioni architettoniche, mantiene ancor oggi un certo ruolo paesaggistico». La torre-silo domina i Magazzini Generali con in cima un’immancabile bandiera svizzera. La costruzione, alta circa 40 m, rappresenta quindi uno dei primi segni dell’ingresso nel Ticino dall’Italia. L’attuale processo di deindustrializzazione e il normale aggiornamento tecnologico, che vede per esempio la sostituzione in Svizzera dei silos verticali con quelli orizzontali, che hanno delle strutture più sicure, più funzionali e meno costose, ha portato l’architetto Mario Botta a ripensare la costruzione, allargando la parte sommitale, con piani a sbalzo appoggiati o appesi. «La vera scommessa è quella di costruire sul costruito. Per la collettività, significa costo zero: ci sono già strade, i servizi, le canalizzazioni e tutto il resto. Sarebbe un modello per l’urbanistica del futuro; non possiamo più sprecare territorio, non solo in termini ecologici».

In appendice lo storico Marino Viganò ha raccolto anche – tra alcune altre – la testimonianza dell’avvocato Franco Masoni del 1971, resa in occasione dei cinquant’anni dei Magazzini Generali e Punto Franco, una serie di documenti significativi, che ne ripercorrono la storia, e un’utile cronologia. (Fabrizio Viscontini)

Zitierweise:
Viscontini, Fabrizio: Rezension zu: Punto Franco di Chiasso 1920-2020, a cura di Stefano Milan, Mendrisio 2020. Zuerst erschienen in: Archivio Storico Ticinese, 2021, Vol. 169 pagine 157-158.

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Archivio Storico Ticinese, 2021, Vol. 169 pagine 157-158.

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